Il reato di violenza sessuale di cui all'art. 609-bis c.p. richiede il coinvolgimento della corporeità sessuale della persona offesa, attraverso atti finalizzati a soddisfare o eccitare l'istinto sessuale dell'agente, anche in assenza di contatto fisico diretto. Tuttavia, la mera realizzazione di fotografie ritraenti le nudità della vittima, senza il compimento o la sopportazione di atti sessuali, non integra tale fattispecie. Ai fini dell'integrazione del reato di produzione di materiale pedopornografico di cui all'art. 600-ter c.p., comma 1, non è necessario l'accertamento del concreto pericolo di diffusione del materiale, essendo sufficiente la mera utilizzazione del minore, anche attraverso l'istigazione o l'induzione allo stesso a produrre tale materiale. Nella determinazione della pena, il giudice deve procedere ad una valutazione complessiva del fatto e della personalità dell'autore, tenendo conto anche di eventuali elementi attenuanti, come il ruolo non secondario rivestito dalle vittime e la peculiarità della vicenda. In particolare, qualora alcune condotte contestate risultino insussistenti, ciò dovrà incidere sulla rideterminazione del trattamento sanzionatorio.