Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La stazione appaltante non può disporre l'esclusione di un concorrente dalla gara per il solo fatto di aver erroneamente inserito nella busta contenente la documentazione amministrativa un documento (come il curriculum) che avrebbe dovuto essere inserito nell'offerta tecnica, in assenza di una specifica previsione in tal senso nel bando di gara. Ciò in quanto il principio di tassatività delle cause di esclusione, codificato dall'art. 46, comma 1-bis, del D.Lgs. n. 163/2006, impone che i bandi e le lettere di invito non possano contenere ulteriori prescrizioni a pena di esclusione rispetto a quelle previste dalla legge, pena la nullità di tali clausole. La stazione appaltante, pertanto, non può introdurre nel bando cause di esclusione non espressamente previste dalla normativa, dovendo limitarsi a quelle tassativamente indicate dal codice dei contratti pubblici o comunque necessarie a garantire principi fondamentali come la segretezza e l'imputabilità delle offerte. L'inosservanza di tale principio, che mira a ridurre gli oneri formali per gli operatori economici e a porre un argine alla discrezionalità delle stazioni appaltanti, comporta l'annullamento degli atti di gara che abbiano disposto l'esclusione sulla base di clausole nulle.