Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel respingere il ricorso avverso l'ordinanza del Comune di Matera che aveva rigettato l'istanza di revoca di una precedente ordinanza contingibile e urgente di messa in sicurezza di un immobile, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. L'ordinanza impugnata, che rigetta l'istanza di revoca della precedente ordinanza di messa in sicurezza, non è nulla per carenza di elementi essenziali, in quanto la volontà provvedimentale è chiaramente intellegibile nel rigetto dell'istanza e nella implicita reiterazione del contenuto precettivo della precedente ordinanza. 2. Non sussiste violazione delle garanzie partecipative, in quanto il provvedimento impugnato consegue a una specifica istanza di parte, sicché non vi è stata alcuna lesione sostanziale del contraddittorio di cui all'art. 7 della L. n. 241/1990. Inoltre, parte ricorrente non ha versato in atti alcun elemento concretamente idoneo a modificare il contenuto del provvedimento. 3. Non vi è contraddittorietà estrinseca tra i diversi provvedimenti adottati, in quanto essi si fondano su presupposti e finalità distinte, senza che emerga alcuna effettiva contraddizione. Inoltre, l'Amministrazione ha adeguatamente motivato il diniego di autotutela sulla base degli accertamenti compiuti e della relazione del tecnico di parte, senza necessità di ulteriori indagini. 4. Non è provato che la permanenza degli inquilini nell'immobile abbia effettivamente impedito l'esecuzione dell'originaria ordinanza di messa in sicurezza, né tale profilo è deducibile dalla mera sospensione dello sgombero, non impugnata. In conclusione, il Tribunale ha ritenuto che il Comune abbia adeguatamente motivato il rigetto dell'istanza di revoca, sulla base di una compiuta istruttoria e senza incorrere in vizi procedimentali o logico-giuridici.