La rinuncia al ricorso da parte del ricorrente, accettata dalle altre parti costituite in giudizio, comporta l'estinzione del procedimento, con compensazione delle spese legali tra le parti. Il principio di diritto che emerge è che la rinuncia agli atti del processo amministrativo, quando accettata dalle altre parti, determina la cessazione della materia del contendere e l'estinzione del giudizio, senza alcuna pronuncia nel merito della controversia. Tale istituto, disciplinato dagli artt. 84 e 85 del Codice del processo amministrativo, consente alle parti di porre fine al giudizio in modo consensuale, con la compensazione delle spese di lite, evitando l'adozione di una decisione di merito. La rinuncia al ricorso, in quanto atto di disposizione della pretesa processuale, è espressione dell'autonomia privata delle parti, le quali possono liberamente decidere di abbandonare il giudizio, senza che il giudice possa sindacarne la legittimità o l'opportunità, salvo il rispetto delle norme processuali. L'estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso, pertanto, non implica alcuna valutazione nel merito della controversia, ma soltanto l'accertamento della volontà delle parti di porre fine al processo, con la conseguente compensazione delle spese di lite.