Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla Cooperativa edilizia "Le Corti di Monticello" contro l'ordinanza del Comune di San Donato Milanese che ingiungeva la demolizione/rimessione in pristino di opere edilizie ritenute in totale difformità/variante essenziale dal permesso di costruire, ha affermato il seguente principio di diritto: Il potere di repressione dell'attività edilizia abusiva non può essere esercitato in relazione ad un organismo edilizio non ancora terminato, senza un'adeguata istruttoria sul rapporto tra lavori assentiti e lavori realizzati. L'accertamento della difformità tra titolo edilizio e opere eseguite non può avvenire in una fase di cantiere, ma richiede che l'intervento sia ultimato, in quanto solo a quel punto è possibile effettuare una reale e definitiva valutazione comparativa. Pertanto, l'ordinanza di demolizione/rimessione in pristino adottata in una fase di cantiere, senza la necessaria verifica della definitività degli abusi contestati, è illegittima per eccesso di potere, irragionevolezza ed illogicità dell'azione amministrativa. La successiva attività di "conformizzazione" degli interventi in corso di realizzazione, attraverso il loro adeguamento al titolo edilizio, costituisce una legittima modalità di riconduzione dell'intervento a quanto originariamente assentito, senza la necessità di nuovi titoli edilizi.