Il certificato di destinazione d'uso e di agibilità, pur essendo un requisito formale per l'esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande, non può comportare automaticamente la sospensione dell'attività qualora l'interessato dimostri di aver avviato le relative procedure amministrative per sanare le irregolarità contestate. Infatti, l'art. 17-ter, comma 3, del R.D. n. 773 del 1931 prevede espressamente che non può darsi luogo all'esecuzione dell'ordine di sospensione qualora l'interessato dimostri di aver sanato le violazioni o almeno di aver avviato le relative procedure amministrative. Pertanto, l'amministrazione non può disporre la sospensione dell'attività commerciale in assenza di una definitiva conclusione del procedimento di revoca dell'autorizzazione, dovendo invece attendere l'esito delle procedure amministrative avviate dall'interessato per sanare le irregolarità contestate. La mancata considerazione di tale circostanza da parte dell'amministrazione determina l'illegittimità del provvedimento di sospensione, in quanto adottato in violazione della normativa di riferimento e senza il rispetto del principio del contraddittorio e del giusto procedimento.