Il provvedimento amministrativo di autorizzazione edilizia, ancorché formatosi a seguito di un procedimento regolare, può essere legittimamente rimosso dall'amministrazione in esecuzione di una sentenza del giudice amministrativo di annullamento del titolo, senza che sia necessario un previo provvedimento di autotutela. In tal caso, l'amministrazione è tenuta a dare esecuzione alla pronuncia giurisdizionale, procedendo alla rimozione o demolizione delle opere realizzate in forza dell'autorizzazione annullata, senza che i destinatari di tali ordini possano contestare la legittimità dell'azione amministrativa esecutiva, se non attraverso il rimedio dell'opposizione di terzo avverso la sentenza che ha determinato l'obbligo di esecuzione. Pertanto, il giudice amministrativo adito per l'impugnazione degli atti esecutivi deve dichiarare l'inammissibilità del ricorso, in quanto la competenza a valutare la corretta esecuzione della sentenza di annullamento spetta al giudice che l'ha pronunciata, nell'ambito di un giudizio di ottemperanza. Inoltre, la condanna al pagamento di una somma di denaro a favore della parte controinteressata, ai sensi dell'art. 26, comma 1, del Codice del processo amministrativo, è giustificata quando il ricorso si configuri come mero strumento dilatorio volto a ritardare l'esecuzione di una pronuncia giurisdizionale ormai definitiva.