La concessione di accesso carraio su strada statale, rilasciata anteriormente all'entrata in vigore del Nuovo Codice della Strada, è soggetta al limite di durata massima di 29 anni previsto dall'art. 27, comma 5, del D.Lgs. n. 285/1992, il cui decorso determina la cessazione di efficacia del titolo concessorio. Il rinnovo di tale concessione è subordinato alla verifica della persistenza dei requisiti di legge, tra cui la distanza minima di 100 metri tra accessi carrai consecutivi, prevista dall'art. 45, comma 3, del D.P.R. n. 495/1992, la cui mancanza costituisce causa ostativa assoluta al mantenimento dell'accesso. L'Amministrazione, pertanto, è tenuta a negare il rinnovo della concessione scaduta e la voltura a favore di un nuovo intestatario, in presenza di un altro accesso carraio a distanza inferiore al minimo legale, senza che ciò integri violazione del principio di buona fede e legittimo affidamento, in quanto prevalente l'esigenza di tutela della sicurezza stradale. L'inosservanza del termine di conclusione del procedimento amministrativo previsto dall'art. 2 della L. n. 241/1990 non determina l'invalidità del provvedimento finale, in applicazione del principio di inesauribilità del potere amministrativo. La motivazione del provvedimento di diniego di rinnovo della concessione è adeguata laddove si limiti a richiamare la fattispecie normativa ostativa, senza necessità di ulteriori accertamenti in merito alla pericolosità dell'accesso.