Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 5103 del 1 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:5103PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di appello che aveva rideterminato la pena inflitta all'imputato, afferma che il ricorso è inammissibile in quanto la doglianza relativa alla mancata concessione della sospensione condizionale della pena non era stata dedotta con i motivi di appello, essendosi il difensore limitato a evidenziare la minore età dell'imputato al momento del fatto senza chiederne espressamente il beneficio. Inoltre, precisa che, anche se l'imputato era diciannovenne all'epoca del reato, la sospensione condizionale della pena complessiva non poteva essere concessa, ma semmai solo della sola pena detentiva, ai sensi dell'art. 163, comma 3, c.p. Pertanto, il giudice di appello non aveva alcun obbligo di motivare sulla mancata concessione della sospensione condizionale, non essendo stata questa dedotta come motivo di gravame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BATTISTI Mariano - Presidente

Dott. CAMPANATO Graziana - Consigliere

Dott. MARZANO Francesc - rel. Consigliere

Dott. BRUSCO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MA. Ch., n. in (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Trieste in data 23.04.2002.

Udita in Pubblica udienza la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. DELEHAYE Enrico, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Non comparso il difensore del ricorrente.

Osserva:
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