Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19613 del 16 maggio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:19613PEN

Massima

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Il nesso teleologico tra reati, quale circostanza aggravante, richiede che la volontà dell'agente, al momento della commissione del reato-mezzo, sia effettivamente diretta alla realizzazione del reato-scopo, con rappresentazione chiara della sua fisionomia giuridica. Pertanto, qualora il soggetto agente, al momento del reato-mezzo, non fosse a conoscenza degli elementi che avrebbero consentito la successiva realizzazione del reato-scopo, non può ritenersi integrata la circostanza aggravante del nesso teleologico. Inoltre, il giudice di merito è tenuto a motivare in modo chiaro e puntuale il calcolo della pena, indicando la pena base e la corretta applicazione delle riduzioni previste per la scelta del rito, al fine di consentire il controllo di legittimità sulla determinazione sanzionatoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta da

Dott. DE MARZO Giuseppe - Presidente

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. CIRILLO Pierangelo - Relatore

Dott. BIFULCO Daniela - Consigliere

Dott. GIORDNO Rosaria - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Di.Gi. nato a R il (Omissis)
avverso la sentenza del 27/09/2023 della CORTE APPELLO di ROMA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere PIERANGELO CIRILLO;
letta la requisitoria a firma del Sostituto Procuratore Generale FRANCESCA CERONI, che ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza emessa il 20 maggio 2021, il Giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Roma, all'esito di giudizio abbreviato, aveva condannato Di.Gi. alla pena di anni uno e m…

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