Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26890 del 30 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:26890PEN

Massima

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Il provvedimento di confisca di beni nell'ambito di una misura di prevenzione patrimoniale è legittimo quando il giudice, sulla base di una motivazione logica e coerente, accerti che il bene è stato acquisito dal proposto in un periodo in cui lo stesso era socialmente pericoloso e con disponibilità economiche incompatibili con i redditi leciti documentati, non potendo il proposto dimostrare la legittima provenienza del bene. L'omessa citazione del terzo titolare del bene non comporta la nullità del provvedimento, essendo comunque garantito il suo diritto di difesa mediante l'incidente di esecuzione. Il ricorso per cassazione avverso il provvedimento di confisca è ammissibile solo per violazione di legge, non essendo consentita la deduzione di vizi di illogicità o incongruità della motivazione, salvo che questa sia del tutto carente o meramente apparente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 19/10/2015 della CORTE APPELLO di MILANO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere IRENE SCORDAMAGLIA;
Letta la requisitoria del Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ANIELLO Roberto, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con il decreto…

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