Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8103 del 23 febbraio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:8103PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il reato di minaccia, quale reato di pericolo, si configura quando la condotta dell'agente sia potenzialmente idonea a incidere sulla libertà morale della vittima, senza che sia necessario che quest'ultima si sia effettivamente sentita intimidita. La valutazione dell'idoneità intimidatoria della minaccia deve essere effettuata secondo un criterio medio e in relazione alle concrete circostanze del fatto, senza che assumano rilievo determinante il successivo verificarsi o meno delle minacce. Inoltre, la pena inflitta dal giudice di merito, se determinata in misura prossima al minimo edittale e con la massima riduzione consentita per le circostanze attenuanti, non richiede una specifica e dettagliata motivazione, essendo sufficiente il richiamo al criterio di adeguatezza della pena.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/02/2021 del GIUDICE DI PACE di TRANI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GIOVANNI FRANCOLINI;
letta la requisitoria scritta presentata - Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, ex articolo 23, comma 8, conv. con modif. dalla L. 18 dicembre 2020, n. 176 - dal Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di cassazione Dott. MASTROBERARDINO PAOLA, che…

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