Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30730 del 20 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:30730PEN

Massima

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La sussistenza della circostanza aggravante di cui all'art. 625, comma 1, n. 7 c.p., per esposizione del bene alla pubblica fede per consuetudine, non presuppone la predisposizione di alcun mezzo di difesa avverso eventuali azioni criminose, ma è integrata anche nel caso di furto di un'autovettura lasciata incustodita sulla pubblica via con gli sportelli aperti e le chiavi inserite nel cruscotto, in quanto tale condotta, seppur imprudente, rientra nell'ambito di una radicata abitudine sociale di lasciare il veicolo in tali condizioni di esposizione. Tale aggravante, pertanto, sussiste a prescindere dalle specifiche modalità, più o meno incaute, con cui l'esposizione del bene si è realizzata, essendo sufficiente l'accertamento dell'esistenza di una consolidata consuetudine sociale di lasciare il veicolo in condizioni di facile asportazione. Ciò in quanto la ratio della norma è quella di punire più severamente i furti di beni che, per la loro esposizione alla pubblica fede, risultano maggiormente vulnerabili alle condotte delittuose, a prescindere dalle cautele adottate dal proprietario. Pertanto, a differenza del furto di biciclette abbandonate senza alcuna custodia, per le quali non può dirsi radicata una consuetudine di lasciare il bene in tali condizioni di esposizione, nel caso di autovetture lasciate incustodite sulla pubblica via con le chiavi inserite, la circostanza aggravante è integrata in ragione della diffusa abitudine sociale di procedere in tal modo, che rende il bene maggiormente vulnerabile alle condotte delittuose.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 10/01/2017 della CORTE APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GIUSEPPE DE MARZO;
Udito il Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), il quale ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Per quanto ancora rileva, con sentenza del 10/01/2017, la Corte d'appello di Torino ha confermato l'affermazione di responsabilita' di (OMI…

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