La variante urbanistica per la realizzazione di un'opera pubblica, quale la demolizione, ricostruzione e ampliamento di una scuola materna, può essere approvata dal Comune mediante la procedura semplificata prevista dall'art. 12 della legge regionale n. 3/2005, senza necessità di ulteriore approvazione regionale, in quanto l'approvazione del progetto preliminare da parte del Consiglio comunale, previa valutazione delle eventuali osservazioni dei terzi interessati, costituisce variante allo strumento urbanistico. Tale procedura non richiede la pubblicazione della delibera di approvazione della variante sul Bollettino Ufficiale Regionale, essendo sufficiente la pubblicità propria degli atti amministrativi comunali. Inoltre, la mancata acquisizione del parere obbligatorio della commissione paritetica provinciale previsto dall'art. 10 della legge n. 412/1975 non costituisce vizio, in quanto tale disposizione deve ritenersi non più operante a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 23/1996 che non la prevede. Parimenti, la deroga ai limiti minimi di superficie per l'edilizia scolastica stabiliti dal D.M. 18/12/1975 è legittima ove adeguatamente motivata dall'amministrazione comunale. Infine, il privato espropriato non è legittimato a far valere l'invalidità della delibera di approvazione del progetto per mancanza di copertura finanziaria, in quanto tale vizio non è diretto a tutelare il suo interesse.