Cassazione penale Sez. I sentenza n. 6913 del 22 febbraio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:6913PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. si configura anche in presenza di un contributo, pur apprezzabile e concreto, al piano criminoso e alla realizzazione dell'offesa tipica agli interessi tutelati dalla norma incriminatrice, a prescindere dal ruolo specifico svolto dall'agente nell'ambito associativo. Ai fini della valutazione della gravità degli indizi di colpevolezza per l'adozione di una misura cautelare personale, non è richiesto il requisito della precisione e della concordanza, ma quello della gravità degli indizi, intesi come elementi a carico ancorati a fatti certi, di natura logica o rappresentativa, che, pur non dimostrando oltre ogni ragionevole dubbio la responsabilità dell'indagato, sono tuttavia idonei a far desumere con elevata probabilità l'attribuzione del reato al medesimo. La valutazione del giudice cautelare, in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, è sindacabile in sede di legittimità limitatamente all'esame del contenuto dell'atto impugnato e alla verifica dell'adeguatezza e della congruenza del tessuto argomentativo rispetto ai canoni della logica e ai principi di diritto che governano l'apprezzamento delle risultanze probatorie, senza che possa integrare vizio di legittimità la mera prospettazione di una diversa e, per il ricorrente, più adeguata valutazione delle risultanze delle indagini. L'aggravante di cui all'art. 7 della legge n. 203 del 1991 trova applicazione quando la detenzione clandestina di armi dimostri, per la loro provenienza e per le modalità di conservazione, la consapevolezza dell'indagato, inserito nell'ambito di una consorteria mafiosa, che le armi erano destinate ad agevolare l'associazione di appartenenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1279/2010 TRIBUNALE LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 23/12/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere dott. ANGELA TARDIO;

sentite le conclusioni del Procuratore Generale dott. ENRICO DELEHAYE, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso;

preso atto che nessuno e' comparso per il ricorrente.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza in …

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.