Consiglio di Stato sentenza n. 10384 del 2023

ECLI:IT:CDS:2023:10384SENT

Massima

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L'ordine di demolizione di un manufatto edilizio abusivo, anche se adottato a notevole distanza di tempo dalla sua realizzazione, ha natura di atto vincolato e non necessita di una motivazione rafforzata in ordine alla sussistenza di un concreto interesse pubblico alla rimozione dell'abuso, essendo sufficiente il mero riscontro della sua abusività. Il decorso del tempo, lungi dal radicare in capo all'attuale proprietario un affidamento tutelabile alla conservazione della situazione di fatto esistente, rafforza piuttosto il carattere abusivo dell'intervento, non potendo l'inerzia dell'amministrazione nell'esercizio del potere-dovere di repressione dell'abuso edilizio determinare la legittimazione di ciò che è sin dall'origine illegittimo. Pertanto, l'ordine di demolizione è adeguatamente motivato con il semplice richiamo al comprovato carattere abusivo dell'intervento, senza che si impongano ulteriori oneri motivazionali, atteso che la natura ripristinatoria di tale provvedimento esclude la necessità di una specifica valutazione delle ragioni di interesse pubblico e di una comparazione con gli interessi privati coinvolti. Inoltre, l'amministrazione non è tenuta a esperire il previo contraddittorio procedimentale ai sensi dell'art. 7 della legge n. 241 del 1990, considerato che la partecipazione del privato non potrebbe comunque determinare un esito diverso dell'azione amministrativa, salvo il caso in cui l'entità della variazione rispetto al titolo abilitativo sia controversa e necessiti di un accertamento specifico in contraddittorio.

Sentenza completa

Pubblicato il 30/11/2023

N. 10384/2023REG.PROV.COLL.

N. 09536/2021 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 9536 del 2021, proposto da
Comune di Ruvo di Puglia, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato Michele Dionigi, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Michele Campanale, rappresentato e difeso dall'avvocato Giovanni Abbattista, con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

nei confronti

Antonio Stasi, Filomena Campanale, Andrea Campanale, Cleto Campanale, Laura Campanale, non costituiti in giudizio;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia (Sez…

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