Cassazione penale Sez. III sentenza n. 34975 del 9 dicembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:34975PEN

Massima

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Il concorso nel reato di cessione di sostanze stupefacenti può essere configurato anche quando l'indagato, pur non essendo il diretto cedente, abbia svolto un ruolo di collaborazione e agevolazione nell'attività di spaccio, come ad esempio accompagnando il cliente dal fornitore, concordando il luogo e l'ora dell'incontro e presenziando alla consegna della droga. In tali casi, la mera connivenza non punibile deve essere esclusa in presenza di elementi probatori, come le intercettazioni telefoniche e l'attività di polizia giudiziaria, che dimostrino il contributo causale dell'indagato nell'illecita cessione di stupefacenti. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, deve motivare in modo logico e adeguato, senza incorrere in travisamenti delle risultanze probatorie, per giustificare l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAMACCI Luca - Presidente

Dott. GALTERIO Donatella - Consigliere

Dott. SOCCI ((omissis)) - Consigliere

Dott. ((omissis)) - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 21/07/2020 del Tribunale di Brescia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'impugnata ordinanza, il Tribunale cautelare di Brescia ha rigettato l'istanza di ries…

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