In tema di riesame dei provvedimenti coercitivi cautelari in fase istruttoria, in forza della disposizione di cui all'art. 25 legge 5 agosto 1988, n. 330, che ha modificato l'art. 263 ter cod. proc. pen., con l'inserimento, dopo il quinto comma, della facoltà del difensore di richiedere, nella istanza di riesame, di intervenire in camera di consiglio, e dell'obbligo dell'ufficio di procedere alla fissazione della trattazione, entro cinque giorni dal ricevimento, dandone avviso al difensore e al pubblico ministero almeno due giorni prima, la decisione del tribunale del riesame, adottata in assenza di avviso al difensore, che ne abbia fatto istanza, è colpita di nullità, per vizio attinente l'intervento della difesa, ex art. 185 n. 3 cod. proc. PEN.. la declaratoria di tale nullità comporta il rinvio degli atti allo stesso tribunale, perché provveda alla rinnovazione della decisione, ma non l'annullamento (o la perdita di efficacia) dell'ordine o del mandato di cattura impugnato (con conseguenziale immediata scarcerazione dei ricorrenti), mancando un riferimento normativo in tal senso, né sussistendo un rapporto di conseguenzialità logico-giuridica, nascente dai principi generali del sistema processuale, ed anche solo dalla interpretazione sistematica delle regole che disciplinano la materia della libertà personale.