Il rigetto dell'istanza di emersione dal lavoro irregolare è legittimo quando, nonostante l'apparente regolarità del rapporto di lavoro domestico instaurato, il lavoratore straniero sia stato colto nello svolgimento di un'altra attività lavorativa irregolare, in quanto ciò conduce alla ragionevole conclusione della fittizietà del rapporto di lavoro per il quale si chiede la regolarizzazione. Infatti, l'art. 103, comma 6, del D.L. n. 34/2020 stabilisce che il cittadino straniero ammesso alla regolarizzazione deve svolgere l'attività di lavoro "esclusivamente alle dipendenze del datore di lavoro che ha presentato l'istanza", sicché la circostanza che il lavoratore svolga un'altra attività lavorativa irregolare in costanza del rapporto di lavoro domestico denunciato è incompatibile con il requisito di esclusività previsto dalla norma. Inoltre, la mancata produzione di idonea documentazione a supporto dell'effettività del rapporto di lavoro domestico, quale le ricevute di pagamento dei contributi previdenziali o le prove di pagamento delle retribuzioni con sistemi tracciabili, legittima l'amministrazione a ritenere fittizia la relazione lavorativa per la quale è stata presentata l'istanza di emersione.