Il termine di impugnazione di una delibera assembleare condominiale, previsto dall'articolo 1137, comma 2, del codice civile, è perentorio e non può essere superato attraverso l'esperimento di un'azione di mero accertamento volta a contestare l'esistenza della delibera stessa. Pertanto, la domanda di rettifica del verbale di una delibera assembleare, volta a dimostrare l'inesistenza della delibera, è inammissibile qualora non sia stata tempestivamente proposta l'impugnazione della delibera ai sensi dell'articolo 1137 c.c. La preclusione derivante dall'articolo 346 c.p.c. opera anche in relazione a tale domanda di rettifica, in quanto si tratta di una domanda non accolta in primo grado e non espressamente riproposta in appello. Inoltre, la valutazione di eventuali condotte di malafede dell'amministratore, accertate in un separato procedimento di revoca, non è decisiva ai fini dell'annullamento della delibera condominiale, in assenza di un nesso causale specifico tra tali condotte e l'invalidità della delibera stessa. Infine, la motivazione della sentenza di appello che ha dichiarato inammissibile la domanda di impugnazione della delibera assembleare per inosservanza del termine di cui all'articolo 1137 c.c. è congrua e supera il vaglio del vizio di omesso esame di cui all'articolo 360, n. 5, c.p.c.