Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32592 del 9 agosto 2007

ECLI:IT:CASS:2007:32592PEN

Massima

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Il reato di diffamazione a mezzo stampa richiede l'individuazione inequivoca del soggetto passivo, non essendo sufficiente il mero riferimento generico a "progettisti" o a un gruppo di professionisti, ove manchi la notoria conoscenza del ruolo e del contributo specifico di ciascuno di essi all'opera contestata. Pertanto, in assenza di un riferimento nominativo esplicito o di elementi che consentano l'identificazione certa del soggetto diffamato, non può ritenersi integrato il delitto di diffamazione, dovendosi escludere la sussistenza del fatto. Inoltre, la remissione di querela da parte del querelante estingue il reato, senza che sia necessaria l'espressa accettazione da parte del querelato, essendo sufficiente l'assenza di un rifiuto espresso o tacito della remissione stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giaco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

QU. Ma. , nato il (OMESSO);

CA. Fr. , nata il (OMESSO);

ER. Cl. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza resa dalla Corte d'Appello di Trieste il 2.12.2006;

Sentita la Relazione svolta dal Cons. Dr. Gian Giacomo Sandrelli;

sentita la Requisitoria del Procuratore Generale nella persona del Cons. Angelo Di Popolo che ha concluso per l'annullamento senza rinvio perche' il fatto non costituisce reato…

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