Cassazione penale Sez. V sentenza n. 1696 del 13 gennaio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:1696PEN

Massima

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Il reato di violazione di domicilio non sussiste autonomamente ed è assorbito da quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni quando l'ingresso e la permanenza nell'altrui abitazione o in altri luoghi indicati nell'art. 614 c.p. avvengano al fine di esercitare un preteso diritto, senza ricorso a comportamenti violenti per le cose o le persone; diversamente, qualora l'agente faccia uso di violenza per realizzare l'ingresso contro la volontà del titolare del diritto di esclusione, anche al fine di asportare cose su cui egli vanti un diritto, integra entrambe le fattispecie delittuose. Il principio di diritto è che la violazione di domicilio è assorbita dall'esercizio arbitrario delle proprie ragioni quando l'ingresso e la permanenza nell'altrui abitazione o in altri luoghi tutelati avvengano senza violenza, mentre è configurabile il concorso dei due reati quando l'agente ricorra a comportamenti violenti per realizzare l'ingresso contro la volontà del titolare del diritto di esclusione, anche al fine di asportare cose su cui egli vanti un diritto. Tale principio si fonda sulla necessità di tutelare il bene giuridico protetto dalla norma sulla violazione di domicilio, rappresentato dalla riservatezza e inviolabilità del domicilio, che viene leso anche quando l'ingresso avvenga per esercitare un preteso diritto, qualora ciò avvenga con modalità violente. Pertanto, il reato di violazione di domicilio è assorbito da quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni solo quando l'ingresso e la permanenza nell'altrui abitazione o in altri luoghi tutelati avvengano senza ricorso a comportamenti violenti, mentre è configurabile il concorso dei due reati quando l'agente faccia uso di violenza per realizzare l'ingresso contro la volontà del titolare del diritto di esclusione, anche al fine di asportare cose su cui egli vanti un diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. SABEONE Gerar - rel. Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/05/2015 della CORTE APPELLO di TRIESTE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/09/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dr. GERARDO SABEONE;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. GIUSEPPE CORASANITI
che ha concluso per l'annullamento con rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di Appello di Trieste, con …

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