Il rilascio di un permesso di costruire in variante a un precedente titolo edilizio decaduto è legittimo qualora le modifiche apportate al progetto originario siano da considerarsi varianti essenziali, comportanti cioè un mutamento della destinazione d'uso, un aumento consistente della cubatura o della superficie di solaio, ovvero modifiche sostanziali dei parametri urbanistico-edilizi. In tali ipotesi, la domanda di esecuzione di varianti essenziali è considerata come volta al rilascio di un nuovo ed autonomo permesso di costruire, assoggettato alle disposizioni vigenti al momento della presentazione della relativa istanza. Pertanto, il rilascio di una variante essenziale non determina la riapertura dei termini per l'impugnazione del titolo edilizio originariamente assentito, in quanto con essa non si realizza un manufatto sostanzialmente diverso da quello già autorizzato. Inoltre, ai fini della qualificazione di una variante come essenziale o meno, rileva anche il disposto dell'art. 7, comma 2, della L.R. Abruzzo n. 52/1989, che esclude la fattispecie di parziale difformità per le variazioni ai parametri edilizi che non superino, per ciascuno di essi, la tolleranza di cantiere del 3%. Infine, la mancata partecipazione al procedimento di un soggetto terzo, quale controinteressato, non determina l'illegittimità del provvedimento finale qualora tale partecipazione non avrebbe potuto incidere sulla legittimità dell'azione amministrativa.