Il giudizio negativo di compatibilità ambientale e il conseguente diniego dei titoli abilitativi per la realizzazione di un impianto di trattamento di rifiuti organici finalizzato alla produzione di biometano e compost sono legittimi in quanto l'amministrazione ha adeguatamente ponderato gli interessi pubblici e privati coinvolti, bilanciando l'esigenza di sviluppo delle fonti di energia rinnovabile con la tutela dell'ambiente e della salute. Il principio di massima diffusione delle fonti rinnovabili non comporta la prevalenza automatica di tale interesse su ogni altro, essendo necessaria una valutazione complessiva degli impatti del progetto in un'ottica di sostenibilità. L'amministrazione ha correttamente accertato che il fabbisogno di impianti per il trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani risulta già soddisfatto sul territorio provinciale e regionale, senza che il proponente abbia dimostrato l'illogicità o l'irragionevolezza di tale valutazione. Inoltre, il principio di prossimità nella gestione dei rifiuti è stato debitamente considerato nell'ambito della più ampia ponderazione degli interessi, senza che ciò costituisca di per sé un motivo ostativo all'autorizzazione. Infine, le censure relative agli aspetti tecnici del progetto, anche ove fondate, non sarebbero comunque decisive ai fini dell'annullamento del provvedimento, essendo questo sorretto da autonome e sufficienti ragioni di tutela ambientale.