Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26432 del 4 luglio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:26432PEN

Massima

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Il divieto di avvicinamento alla persona offesa, quale misura cautelare, può essere legittimamente disposto dal giudice quando sussistano concreti e attuali elementi che facciano ritenere il pericolo di reiterazione del reato, anche in assenza di contatti diretti tra l'indagato e la vittima nel periodo di applicazione della misura. Il giudice, nel valutare la proporzionalità e adeguatezza della misura, deve effettuare un bilanciamento tra le esigenze cautelari di tutela della persona offesa e le indifferibili necessità di vita dell'indagato, potendo questi ricorrere a soluzioni alternative che non comportino il superamento delle prescrizioni imposte. La violazione delle prescrizioni, anche in assenza di contatti diretti con la vittima, può costituire un indicatore predittivo del pericolo di reiterazione del reato, giustificando il mantenimento della misura cautelare, purché tale valutazione sia adeguatamente motivata dal giudice sulla base di elementi concreti e specifici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta da

Dott. SCARLINI ((omissis)) - Presidente

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Sa.Ma., nato a R il (Omissis),
avverso l'ordinanza del Tribunale di Milano in data 13-10-2023;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale, ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito, per l'indagato, l'avv. Gi.Za., che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 2 agosto 2023, il Giudice per le indagini preliminari del Trib…

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