Il diritto di sciopero, costituzionalmente garantito dall'art. 40 Cost., non incontra limiti diversi da quelli propri della sua ratio storico-sociale e dell'intangibilità di altri diritti o interessi costituzionalmente tutelati. Lo sciopero è legittimo se finalizzato alla tutela di interessi collettivi, anche di natura non salariale, purché incidenti sui rapporti di lavoro, e se le sue modalità di attuazione non assumono carattere delittuoso, lesivo dell'incolumità e della libertà delle persone, dei diritti di proprietà o della capacità produttiva dell'azienda. Il datore di lavoro deve mantenere un atteggiamento di neutralità nel conflitto collettivo, salvi gli interventi necessari per proteggere l'incolumità delle persone o l'integrità aziendale, essendo precluso il ricorso ai poteri disciplinari e gerarchico-direttivi per finalità diverse dalla gestione delle esigenze produttive. Il licenziamento intimato quale punizione collettiva per l'esercizio del diritto di sciopero, in assenza di giusta causa o giustificato motivo, è pertanto illegittimo.