Cassazione penale Sez. I sentenza n. 46549 del 10 ottobre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:46549PEN

Massima

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Il vincolo della continuazione tra il reato associativo e i reati-fine dell'organizzazione criminale è configurabile solo quando sia dimostrato che questi ultimi sono stati programmati nelle loro linee essenziali sin dal momento della costituzione del sodalizio o, in caso di adesione successiva, dell'instaurazione del relativo vincolo associativo. L'identità del disegno criminoso, postulata dall'istituto della continuazione, esige la prova che i singoli reati costituiscano la realizzazione di un medesimo programma ideato e delineato fin dall'inizio, nel senso che fin dal momento della commissione della prima violazione le altre devono essere già state deliberate, così che le singole manifestazioni della volontà violatrice della norma o delle norme penali devono esprimere l'attuazione, sia pure dilazionata nel tempo, di un'unica, originaria, determinazione volitiva della quale costituiscono parte integrante. Gli indici significativi, sul piano probatorio, della sussistenza di un siffatto disegno criminoso sono individuabili nella contiguità temporale delle condotte, nella tipologia similare dei reati, nella loro sistematicità, nell'identità dei beni tutelati, nella causale e nelle modalità dell'azione, nelle circostanze di tempo e di luogo. Pertanto, l'esclusione della continuazione tra il reato associativo e i reati-fine commessi successivamente nello stesso contesto territoriale e con analoghe modalità esecutive, aggravati dalla finalità di agevolare l'attività del sodalizio criminale, richiede una motivazione stringente e puntuale che superi il vaglio di legittimità, non potendosi fondare su argomentazioni meramente assertive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. NOVIK Adet Toni - Consigliere

Dott. SIANI Vincenzo - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico G. - rel. Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/03/2016 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ENRICO GIUSEPPE SANDRINI;
lette/sentite le conclusioni del PG Dr. ROMANO Giulio, che ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza indicata in rubrica la Corte d'appello di Napoli, in funzione di giudice dell'esecuzione, ha rigettato, per quanto qui interessa, l…

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