Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33153 del 25 novembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:33153PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) può essere integrato anche dalla reiterata condotta di invio di lettere e messaggi di posta elettronica contenenti espressioni ingiuriose, offensive e minacciose, idonei a creare nella vittima uno stato di disagio, imbarazzo e ansia per la violazione della propria riservatezza e manipolazione della propria identità personale e professionale, a prescindere dalla circostanza che il destinatario sia libero di leggerli o meno. La riferibilità di tali condotte all'indagato può essere desunta anche da elementi indiziari, senza necessità di accertamenti peritali, rientrando tale valutazione nella discrezionalità del giudice di merito. La reiterazione di condotte persecutorie, nonostante l'applicazione di una precedente misura cautelare non detentiva, può giustificare l'adozione di una misura più coercitiva, come gli arresti domiciliari, ove emerga l'inefficacia della prima misura nel produrre un effetto deterrente sulla condotta dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria T. - rel. Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 24/02/2020 del TRIB. LIBERTA' di MESSINA;
udita la relazione svolta dal Consigliere BELMONTE MARIA TERESA;
lette/sentite le conclusioni del PG FILIPPI PAOLA;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1.Con l'ordinanza impugnata, il Tribunale di Messina - competente ai sensi dell'articolo 11 c.p.p., - ha rigettato il riesame avverso il provvedimento con il quale il G.I.P. di quel luogo …

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