L'associazione non riconosciuta, pur essendo priva di personalità giuridica, è considerata dall'ordinamento come un centro di imputazione di interessi, situazioni e rapporti giuridici, dotata di propria organizzazione interna ed esterna, patrimonio e capacità sostanziale e processuale, espressa mediante le persone fisiche che la rappresentano in base al principio dell'immedesimazione organica. Pertanto, l'associazione non riconosciuta può agire e essere convenuta in giudizio in riferimento ai rapporti giuridici che la riguardano, attraverso i propri organi esponenziali, senza che ciò comporti la rappresentanza volontaria degli associati. Tuttavia, quando è il soggetto che rappresenta l'associazione ad agire o essere convenuto in giudizio, in ragione della qualità rivestita, egli è parte in causa in proprio e non in rappresentanza dell'ente. Ai fini dell'incompatibilità prevista dal D.Lgs. n. 267/2000, art. 63, comma 1, n. 4), rileva l'essere controparte del Comune in un procedimento civile o amministrativo, a prescindere dalla maggiore o minore fondatezza delle tesi difensive prospettate, salvo il caso in cui la lite risulti instaurata al solo fine di determinare artificiosamente tale incompatibilità.