Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26096 del 8 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:26096PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che agisce nell'ambito delle proprie attribuzioni istituzionali, effettuando accertamenti doverosi e consentiti nei confronti di una persona pregiudicata, non può essere considerato responsabile di condotte vessatorie o prevaricatrici, salvo il consapevole travalicamento dei limiti e delle modalità entro cui le funzioni pubbliche devono essere esercitate. Inoltre, il soggetto sottoposto a legittimi controlli di polizia non può invocare l'attenuante della provocazione, in quanto non può considerare ingiustificato un accertamento, per nulla invasivo, effettuato sulla base della sua condizione di pregiudicato. Il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione è limitato alla verifica della correttezza giuridica e della logicità della motivazione adottata dai giudici di merito, senza possibilità di una nuova valutazione degli elementi di fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio Felice - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. MATERA Lina - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. AL. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 193/2007 CORTE APPELLO di GENOVA, del 07/06/2007;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/06/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LINA MATERA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Iacoviello Francesco Mauro, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO

Con la sentenza indicata in…

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