L'intervento edilizio mediante demolizione e ricostruzione può essere qualificato come ristrutturazione edilizia ai sensi dell'art. 79 della L.R. n. 1 del 2005 e dell'art. 3, comma 1, lett. d) del D.P.R. n. 380 del 2001 solo ove la ricostruzione sia stata effettuata fedelmente, ovvero con materiali analoghi, nella medesima collocazione e con lo stesso ingombro planivolumetrico del manufatto originario. In mancanza di tale fedele ricostruzione, l'intervento deve essere qualificato come nuova costruzione, non ammessa a sanatoria. Tuttavia, qualora l'area interessata dall'intervento sia inclusa in una zona "di completamento" dal previgente strumento urbanistico generale (PRG), e le misure di salvaguardia previste dal successivo Piano Strutturale (PS) adottato siano scadute senza l'approvazione del Regolamento Urbanistico (RU), la disciplina urbanistico-edilizia applicabile torna ad essere quella del PRG, che ammette l'intervento di nuova costruzione. Pertanto, in tale ipotesi, il diniego di sanatoria e l'ordine di demolizione dell'intervento edilizio devono essere annullati.