Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21434 del 1 giugno 2022

ECLI:IT:CASS:2022:21434PEN

Massima

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Il funzionario pubblico che, nell'esercizio delle sue funzioni, si appropria indebitamente di beni di cui ha il possesso per ragioni d'ufficio, commette il reato di peculato, il quale è valutato dal giudice in relazione alla gravità oggettiva della condotta e alla personalità negativa del reo, tali da escludere il riconoscimento delle attenuanti generiche. Il giudice, nel motivare il diniego delle attenuanti, non è tenuto a un'analitica valutazione di tutti gli elementi favorevoli all'imputato, essendo sufficiente l'indicazione dei parametri di cui all'art. 133 c.p. che hanno condotto al giudizio di prevalenza degli elementi sfavorevoli. La violazione di norme processuali relative all'ordine di assunzione delle prove, non assistita da espressa sanzione di nullità, non determina un vizio di motivazione qualora la relativa eccezione risulti manifestamente infondata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO P. - Presidente

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. APRILE E. - rel. Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/03/2021 della Corte di appello di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
letta la memoria dell'avv. (OMISSIS), difensore dell'imputato, che ha concluso chieden…

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