Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 40814 del 13 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:40814PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. può configurarsi anche in assenza della commissione di reati-fine e dell'esteriorizzazione della forza intimidatrice, qualora emerga il collegamento della nuova struttura territoriale con quella "madre" del sodalizio di riferimento e il modulo organizzativo presenti i tratti distintivi del predetto sodalizio, lasciando concretamente presagire una già attuale pericolosità per l'ordine pubblico. La partecipazione all'associazione mafiosa può essere desunta da indicatori fattuali che, sulla base di attendibili regole di esperienza attinenti al fenomeno della criminalità di stampo mafioso, consentano di inferire logicamente l'appartenenza al sodalizio, purché si tratti di indizi gravi e precisi idonei a dare la sicura dimostrazione della costante permanenza del vincolo. Il concorso esterno in associazione mafiosa richiede un contributo concreto e specifico, avente rilevanza causale per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell'associazione o di una sua articolazione, connotato da consapevolezza e volontà, con la consapevolezza e volontà di interagire sinergicamente con le condotte altrui nella produzione dell'evento lesivo. L'aggravante del metodo mafioso di cui all'art. 7 L. 203/1991 ricorre quando l'agente, pur senza essere partecipe o concorrere in reati associativi, delinqua con modalità idonee ad esercitare una particolare coartazione psicologica con i caratteri propri dell'intimidazione derivante dall'organizzazione criminale, non essendo sufficiente la mera reazione delle vittime alla condotta tenuta dall'imputato. La valutazione della credibilità e attendibilità delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia deve avvenire secondo il consolidato criterio della "verifica a tre tempi": a) della credibilità del dichiarante, b) dell'attendibilità intrinseca della chiamata, c) dell'attendibilità oggettiva della dichiarazione, attraverso l'esame di elementi estrinseci di riscontro.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. VIGNA Maria - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI BRESCIA;
e
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), (OMISSIS) e (OMISSIS);
e
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/07/2017 della CORTE APPELLO di BRESCIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Maria Sabina Vigna;
sentite le conclusioni del Procuratore generale …

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