Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: In tema di guida in stato di ebbrezza, la polizia giudiziaria è tenuta a dare avviso all'indagato della facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia, ai sensi degli artt. 356 c.p.p. e 114 disp. att. c.p.p., non solo quando richieda l'effettuazione di un prelievo ematico presso una struttura sanitaria ai fini dell'accertamento del tasso alcolemico, ma anche quando richieda che tale ulteriore accertamento venga svolto sul prelievo ematico già operato autonomamente dalla struttura sanitaria a fini di diagnosi e cura. Tuttavia, tale obbligo di avviso non sussiste qualora l'indagato si trovi in stato di incoscienza, in quanto l'impossibilità di effettuare tale adempimento rende legittimo il prelievo e l'esame tossicologico condotti autonomamente dai sanitari per acquisire gli elementi necessari per le cure del caso, a prescindere dalla richiesta della polizia giudiziaria. Inoltre, il giudice di merito ha ampia discrezionalità nel negare le circostanze attenuanti generiche, purché dia conto di avere valutato i criteri di cui all'art. 133 c.p. e la motivazione risulti congrua e logica in relazione alle peculiarità del caso concreto, senza che sia necessaria un'analitica giustificazione della decisione di escludere il beneficio.