Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36166 del 19 settembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:36166PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione della sentenza impugnata, deve limitarsi a verificare l'esistenza di un logico apparato argomentativo sui vari punti della decisione, senza poter riesaminare nel merito la valutazione delle risultanze processuali compiuta dal giudice di merito. L'illogicità della motivazione, censurabile ai sensi dell'art. 606 lett. e) c.p.p., deve essere di macroscopica evidenza, tale da risultare percepibile ictu oculi, non potendosi sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, il quale gode di un ampio margine di discrezionalità nella ricostruzione dei fatti e nell'apprezzamento delle prove, purché la sua decisione sia sorretta da una motivazione congrua e non manifestamente illogica. Pertanto, la mera prospettazione di una diversa e più adeguata lettura delle risultanze processuali non integra un vizio deducibile in sede di legittimità. Analogamente, la determinazione della pena entro i limiti edittali, sulla base di una motivazione adeguata, è insindacabile in sede di giudizio di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) D'. Lu., nato a (OMESSO);

2) D'. Pa., nato a (OMESSO);

3) Or. An., nato a (OMESSO);

4) Va. Ge., nato a (OMESSO);

5) Vu. Pa., nato a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 22-1-2007 della Corte di Appello di Napoli, sezione 6;

visti gli atti, la sentenza ed il procedimento;

udita la relazione fatta dal consigliere, Dott. ((omissis));

udite le richie…

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