Cassazione penale Sez. V sentenza n. 715 del 8 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:715PEN

Massima

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La minaccia di morte o di gravi danni, anche se non seguita da effettiva esecuzione, integra il reato di minaccia grave quando, valutate le modalità della condotta e il contesto in cui si è svolta, risulta idonea a cagionare un fondato e ragionevole timore nella vittima, a prescindere dall'effettivo verificarsi di un turbamento psichico. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che la vittima abbia subito un concreto e tangibile effetto intimidatorio, essendo sufficiente che le parole e i comportamenti del minacciante siano oggettivamente idonei a ingenerare nella persona offesa un ragionevole allarme per la propria incolumità e quella dei propri familiari. La valutazione della gravità della minaccia deve tenere conto di tutti gli elementi della fattispecie concreta, senza limitarsi a considerare atomisticamente i singoli aspetti, ma esaminando la condotta nel suo complesso, anche in relazione alla personalità e ai precedenti dell'imputato. L'eventuale mancato turbamento psichico della vittima non esclude la configurabilità del reato, potendo la gravità della minaccia essere desunta da altri elementi oggettivi, come il contatto con le forze dell'ordine per chiedere aiuto. Le attenuanti generiche possono essere escluse sulla base della gravità oggettiva della condotta e dei precedenti dell'imputato, senza che sia necessario un approfondito esame del contesto in cui i fatti si sono svolti, qualora tale contesto non emerga come decisivo ai fini della valutazione della minore colpevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4155/2009 CORTE APPELLO di PALERMO, del 23/02/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/09/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MAURIZIO FUMO;

Udito il PG in persona del sost. Proc. gen. dott. P. Gaeta che ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso.

RILEVATO IN FATTO

1. La CdA di Palermo, con la sentenza di cui in epigrafe, ha confermato la pron…

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