Cassazione penale Sez. I sentenza n. 33337 del 9 settembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:33337PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nel verificare la fungibilità della detenzione sofferta senza titolo rispetto alla pena da eseguire, deve procedere all'esame analitico della data di commissione di ciascuno dei reati ritenuti in continuazione, al fine di individuare la quota parte di pena riferibile ai soli reati commessi anteriormente al periodo di custodia cautelare da computare. Nell'ipotesi di reato permanente, il giudice deve invece fare riferimento alla sola data di cessazione della permanenza. Ove il "tempus commissi delicti" non sia indicato in modo preciso nell'imputazione, il giudice può desumere tali elementi dalla sentenza di condanna. Il mancato svolgimento di tali verificazioni, nonché l'effettuazione di confronti tra pene in modo poco comprensibile, integrano vizi di motivazione che comportano l'annullamento dell'ordinanza con rinvio per nuovo giudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASA Filippo - Presidente

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - rel. Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/07/2020 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza indicata in epigrafe la Corte di appello di Catanzaro, provvedendo in funzione di giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza nell'interes…

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