Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17144 del 3 maggio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:17144PEN

Massima

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Il giudice per le indagini preliminari, nel disporre una misura cautelare, deve motivare in modo specifico e individualizzato gli indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari relative a ciascun indagato, senza potersi limitare ad un mero richiamo acritico degli elementi contenuti nell'informativa di polizia giudiziaria o nella richiesta cautelare del pubblico ministero. Il tribunale del riesame, nel valutare la legittimità del provvedimento, non può integrare la motivazione carente, ma deve annullare l'ordinanza quando questa non contenga una adeguata e autonoma valutazione del giudice in ordine agli elementi di fatto e di diritto posti a fondamento della misura cautelare. La motivazione "per relationem" è ammissibile solo se il giudice abbia effettivamente preso cognizione del contenuto sostanziale delle ragioni del provvedimento richiamato e le abbia ritenute coerenti con la propria decisione, enucleando gli elementi essenziali e individualizzati atti a consentire un'adeguata difesa dell'indagato e la verifica della sufficienza argomentativa da parte dei giudici del riesame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari;

nel procedimento nei confronti di:

Re. Gi. , nata a (OMESSO);

Avverso l'ordinanza n. 1041/2010 del Tribunale del Riesame di Bari, del 1.7.2010;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. CERVADORO Mirella;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, nella persona del Dott. FRATICELLI Mario, che ha concluso chiedendo l&#x…

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