Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33275 del 29 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:33275PEN

Massima

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Il reato di ingiuria, per il quale l'imputato era stato condannato, è stato successivamente abolito con l'intervento legislativo del Decreto Legislativo 15 gennaio 2016. Pertanto, la Corte di Cassazione, in applicazione del principio di abolitio criminis, deve annullare senza rinvio la sentenza di condanna del Giudice di Pace, in quanto il fatto non è più previsto dalla legge come reato, indipendentemente dall'oggetto del gravame e anche nel caso di ricorso inammissibile. Ciò al fine di evitare una pronuncia di inammissibilità che avrebbe come unico effetto il rinvio della soluzione alla fase esecutiva, in contrasto con il principio costituzionale della ragionevole durata del processo. La Corte di Cassazione, quindi, deve valutare la sopravvenuta abolitio criminis anche quando non è stata dedotta come motivo di impugnazione, in quanto tale circostanza produce effetti anche quando la sentenza è passata in giudicato, in applicazione del principio di conservazione degli atti processuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SAVANI Piero - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 20/2013 TRIBUNALE di MACERATA, del 21/05/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/03/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. EDUARDO DE GREGORIO;
Udito il Procuratore Generale.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza impugnata il Tribunale di Macerata in funzione di Giudice d'Appello ha dichiarato inammissibile l'appello interposto avverso la sentenza del Giudice di Pace, che aveva condannato …

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