Consiglio di Stato sentenza n. 4495 del 2019

ECLI:IT:CDS:2019:4495SENT

Massima

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La pubblica amministrazione può legittimamente esercitare il potere di autotutela e annullare d'ufficio provvedimenti amministrativi di concessione di contributi pubblici, anche in assenza di una specifica previsione normativa, qualora ricorrano gravi vizi di legittimità originari, come l'incompetenza dell'organo deliberante, l'assenza di una programmazione regionale e di procedure comparative per l'attribuzione dei finanziamenti, nonché l'inadeguatezza e l'inutilità delle attività formative finanziate rispetto alle finalità di legge. L'esercizio del potere di autotutela non è precluso dalla pendenza di un procedimento penale relativo ai finanziamenti revocati, né dalla circostanza che le attività progettuali siano state in parte realizzate e abbiano ingenerato un affidamento nel beneficiario, atteso che il preminente interesse pubblico al corretto impiego delle risorse finanziarie pubbliche prevale sull'interesse del privato a mantenere il contributo, specie quando una parte rilevante delle somme erogate risulti impiegata in "azioni di sistema" prive di concreta utilità. Inoltre, l'esercizio del potere di autotutela non è precluso dal fatto che il Ministero competente abbia già approvato i progetti e concesso i finanziamenti, in quanto le delibere regionali di approvazione costituiscono il necessario e esclusivo presupposto degli atti ministeriali, sicché la Regione conserva la potestà di adottare tutti gli atti di segno contrario, anche in assenza di un coinvolgimento del Ministero nel procedimento di autotutela. Infine, l'assenza di una preventiva predeterminazione e pubblicazione dei criteri per l'attribuzione dei contributi, in violazione dell'art. 12 della legge n. 241 del 1990, costituisce un ulteriore vizio di legittimità che giustifica l'esercizio del potere di autotutela, non potendosi ritenere che le procedure di finanziamento in questione abbiano assunto un carattere sostanzialmente idoneativo e non comparativo-concorrenziale.

Sentenza completa

Pubblicato il 01/07/2019

N. 04495/2019REG.PROV.COLL.

N. 06130/2014 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quinta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso in appello numero di registro generale 6130 del 2014, proposto da
Regione Campania, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa prima dall’avvocato ((omissis)), poi dall’avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

ATS costituita tra l’ente capofila Consiglio nazionale delle ricerche - Istituto di ricerche sulle attività terziarie e il Consorzio Eureticon, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dall’avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via Scirè, n. 15;
Consorzio Eureticon, in pers…

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