L'ordinanza di demolizione di opere edilizie abusive realizzate su suolo di proprietà pubblica, ai sensi dell'art. 35 del D.P.R. n. 380/2001, è un provvedimento vincolato e necessitato, che non richiede la previa comunicazione di avvio del procedimento né la preventiva diffida al privato, essendo l'abuso edilizio di per sé sufficiente a giustificare l'ordine di demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi, senza alcuna possibilità di bilanciamento con gli interessi del privato, neppure in presenza di particolari condizioni personali dello stesso, quali l'età avanzata o lo stato di salute precario. Il potere di autotutela esecutiva del Comune, previsto dall'art. 823, comma 2, c.c., è alternativo e distinto rispetto all'obbligo di demolizione di cui all'art. 35 del D.P.R. n. 380/2001, che si applica a tutti i beni pubblici, anche se rientranti nel patrimonio disponibile dell'ente, senza che rilevi la natura demaniale o patrimoniale indisponibile del bene. Il trascorrere del tempo dalla realizzazione dell'abuso, anche se considerevole, non può neutralizzare i poteri repressivi della pubblica amministrazione diretti al ripristino della legalità edilizia, non essendo predicabile alcun bilanciamento tra l'interesse pubblico e quello privato.