Tribunale Amministrativo Regionale Veneto - Venezia sentenza breve n. 45 del 2013

ECLI:IT:TARVEN:2013:45SENB

Massima

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La demolizione di opere edilizie abusive realizzate in area sottoposta a vincolo paesaggistico costituisce un provvedimento dovuto e sufficientemente motivato dalla sola constatazione dell'esecuzione dell'opera in totale difformità o in assenza del titolo abilitativo, essendo in re ipsa l'interesse pubblico alla rimozione dell'abuso, senza che sia necessaria una specifica motivazione su puntuali ragioni di interesse pubblico o sulla comparazione di quest'ultimo con gli interessi privati coinvolti o sacrificati. L'ingiunzione di demolizione rappresenta la prima ed obbligatoria fase del procedimento repressivo dell'abusivismo edilizio, mentre la valutazione circa la possibilità di sostituire la demolizione con la sanzione pecuniaria può essere effettuata soltanto in un secondo momento, quando il soggetto privato non ha ottemperato spontaneamente alla demolizione e l'organo competente emana l'ordine di esecuzione in danno. In presenza di interventi edilizi in zona paesaggisticamente vincolata, ai fini della loro qualificazione giuridica e dell'individuazione della sanzione applicabile, è indifferente la distinzione tra interventi eseguiti in difformità totale o parziale ovvero in variazione essenziale, in quanto l'art. 32, comma 3, d.p.r. 380/2001 prevede espressamente che tutti gli interventi realizzati in zona sottoposta a vincolo paesaggistico eseguiti in difformità dal titolo abilitativo, inclusi quelli eseguiti in parziale difformità, si considerano come variazioni essenziali, con conseguente applicabilità della sanzione della rimessione in pristino. Il presupposto per l'adozione dell'ordine di demolizione di opere edilizie abusive è soltanto la constatata esecuzione dell'opera in totale difformità della concessione o in assenza della medesima, senza che sia necessaria una specifica motivazione su puntuali ragioni di interesse pubblico o sulla comparazione di quest'ultimo con gli interessi privati coinvolti o sacrificati, in quanto tale provvedimento, ove ricorrano i predetti requisiti, è atto dovuto ed è sufficientemente motivato con l'affermazione dell'accertata abusività dell'opera, essendo in re ipsa l'interesse pubblico alla sua rimozione. L'eliminazione della Commissione edilizia comunale, rimessa all'autonomia degli Enti locali dalla modifica dell'art. 4 del d.P.R. 380/2001, determina il venir meno dell'obbligatorietà del parere di tale organo ai fini dell'adozione del provvedimento di demolizione di opere edilizie abusive.

Sentenza completa

N. 01616/2012
REG.RIC.

N. 00045/2013 REG.PROV.COLL.

N. 01616/2012 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex art. 60 cod. proc. amm.;
sul ricorso numero di registro generale 1616 del 2012, proposto da:
Alessandrina Tamburini, rappresentato e difeso dagli avv. ((omissis)), ((omissis)), con domicilio eletto presso ((omissis)) in Venezia-Mestre, via Cavallotti, 22;

contro

Comune di Mogliano Veneto, rappresentato e difeso dall'avv. ((omissis)), con domicilio eletto presso ((omissis)) in Venezia-Mestre, via Rosa, 29;

per l'annullamento:

dell'ordinanza a firma del Dirigente del 2° settore 3° Servizio Edilizia Privata del Comune di Mogliano Veneto (TV) del 30/8/2012 n. 134 prot. n. 23118 ad oggetto: "
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