Cassazione penale Sez. I sentenza n. 22779 del 11 giugno 2007

ECLI:IT:CASS:2007:22779PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La permanenza di gravi esigenze cautelari, ai fini dell'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, può essere legittimamente desunta non solo dalla perdurante appartenenza dell'indagato a un'associazione di stampo mafioso, ma anche dalla sua posizione apicale e dalla sua diretta disponibilità di armi nell'ambito di un sodalizio criminoso finalizzato al traffico di stupefacenti, in considerazione del pericolo concreto di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, a prescindere dalla riqualificazione giuridica della condotta in termini di associazione semplice ex art. 416 c.p. anziché di associazione mafiosa ex art. 416-bis c.p. La valutazione del Tribunale in ordine alla sussistenza di un adeguato quadro probatorio a carico dell'indagato, basata sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e sulle risultanze delle intercettazioni, non è sindacabile in sede di legittimità, se sorretta da una motivazione logica e coerente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. SILVESTRI Giovanni - Consigliere

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. URBAN Giancarlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TR. Em. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 28/12/2006 TRIB. LIBERTA' di MILANO

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SIOTTO ((omissis));

sentite le conclusioni del P.G. Dott. CONSOLO Santi, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

Sentito il difensore avv. CUCCIROTTA Giuseppe, che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

RILEVA IN FATTO

Il Tribunale di Milano - in sede di riesam…

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