Cassazione penale Sez. II sentenza n. 2053 del 15 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:2053PEN

Massima

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Il provvedimento di sequestro preventivo può essere impugnato dall'indagato solo se tale provvedimento abbia prodotto una lesione nella sua sfera giuridica, tale che la sua eliminazione o riforma possa consentire il conseguimento di un risultato giuridicamente favorevole per l'impugnante. Pertanto, il ricorso per cassazione avverso il sequestro preventivo di beni intestati a terzi è inammissibile, in quanto l'indagato non è titolare dei beni sottoposti a sequestro e, dunque, non ha un concreto interesse giuridico all'eliminazione o riforma del provvedimento ablativo. L'impugnazione, infatti, deve essere funzionale al conseguimento di un risultato che incida immediatamente sulla sfera giuridica dell'impugnante, non potendo essere esercitata al solo fine di tutelare interessi di terzi. Il principio di legittimità dell'impugnazione, pertanto, impone che l'indagato dimostri un interesse giuridico diretto e personale all'accoglimento del gravame, non essendo sufficiente un mero interesse di fatto o indiretto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO ((omissis)) - Presidente

Dott. ESPOSITO Antonio - Consigliere

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. BANDINI Gianfranco - Consigliere

Dott. AMBROSIO Annamaria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. TI. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 26/04/2007 TRIB. LIBERTA' di ROMA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAGANO FILIBERTO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. MONETTI Vito, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

Udito il difensore Avv. PIRESCHI del Foro di Roma che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

OSSERVA

Il difensore di Ca. Ti. , indaga…

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