La pubblica amministrazione è responsabile del risarcimento del danno non patrimoniale derivante dalla lesione del diritto fondamentale alla qualità e serenità della vita domestica, qualora adotti provvedimenti amministrativi illegittimi che incidano sul diritto alla casa di proprietà, determinando un grave turbamento psicologico tale da mettere in pericolo la salute psichica della persona. Tale danno non patrimoniale può essere liquidato in via equitativa, tenendo conto della gravità della lesione e della sua idoneità a provocare forme di sconvolgimento o devastazione della vita psicologica individuale, in assenza di prova contraria. Il risarcimento del danno non patrimoniale è dovuto anche in caso di persistente inerzia dell'amministrazione nell'esecuzione di sentenze passate in giudicato che abbiano annullato i provvedimenti illegittimi, determinando una situazione di incertezza sulla possibilità di godere della propria abitazione e impedendo alla parte di determinarsi liberamente nella scelta del proprio percorso esistenziale. Il risarcimento del danno non patrimoniale deve essere liquidato in una somma congrua, con applicazione degli interessi compensativi, mentre non è dovuta la rivalutazione monetaria, trattandosi di danno liquidato in via equitativa. Le spese processuali devono essere poste a carico dell'amministrazione soccombente, tenendo conto della soccombenza solo parziale e della serialità dei ricorsi proposti per la medesima vicenda.