Il giudice che ha espresso una valutazione di merito sui medesimi fatti e nei confronti del medesimo soggetto in un precedente procedimento penale è incompatibile a partecipare al successivo procedimento di prevenzione patrimoniale avente chiare caratteristiche giurisdizionali, in quanto la disciplina sulla ricusazione del giudice contenuta nel codice di procedura penale è applicabile anche al procedimento di prevenzione, attesa la natura giurisdizionale dello stesso. Tale incompatibilità è prevista dall'articolo 37, comma 1, lettera b), del codice di procedura penale, la cui applicazione non può essere esclusa sulla base della mera analogia tra i due procedimenti, in quanto ciò comporterebbe una ingiustificata compressione delle garanzie di imparzialità e terzietà del giudice, principi fondamentali del giusto processo sanciti dagli articoli 3, 24 e 111 della Costituzione. Pertanto, l'ordinanza che dichiara inammissibile l'istanza di ricusazione del giudice in tali casi, adottata all'esito di una procedura camerale de plano ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del codice di procedura penale, è illegittima, in quanto i motivi addotti non possono essere considerati manifestamente infondati a fronte dei contrasti giurisprudenziali sul punto.