Cassazione penale Sez. V sentenza n. 4293 del 3 febbraio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:4293PEN

Massima

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Il reato di minaccia aggravata si configura anche quando l'agente, pur non avendo materialmente inseguito o aggredito la persona offesa, abbia comunque brandito uno strumento idoneo all'offesa, pronunciando frasi intimidatorie, a prescindere dalla sussistenza di contrasti pregressi o di un effettivo pericolo per l'incolumità della vittima. Ai fini della configurabilità del reato, è sufficiente che le dichiarazioni della parte offesa siano corroborate da testimonianze di soggetti estranei e imparziali, senza che assumano rilievo eventuali contraddizioni o divergenze tra le dichiarazioni della vittima e quelle dell'imputato, atteso che il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione del compendio probatorio. L'assunzione di una prova in violazione delle regole procedurali non determina l'inutilizzabilità della stessa, non rientrando tale ipotesi tra i casi di inutilizzabilità tassativamente previsti dalla legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Presidente

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/11/2019 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Presidente Dr. GIUSEPPE DE MARZO;
lette le conclusioni del Procuratore generale, Dott.ssa Perla Lori, la quale ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
lette le conclusioni trasmesse nell'interesse della parte civile; esaminato il verbale di remissione della querela con…

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