La falsificazione di documenti ufficiali, quali permessi di guida internazionali e passaporti, integra il reato di falsità materiale, a prescindere dalla mera detenzione o uso dei documenti contraffatti. Il concorso materiale del soggetto nella falsificazione può essere desunto da elementi indiziari, come la presenza della sua fotografia sul documento falso, che dimostrano il suo coinvolgimento attivo nella condotta illecita. Tali elementi, unitamente al possesso di altri documenti contraffatti, costituiscono un compendio indiziario sufficiente a fondare la responsabilità penale dell'imputato, senza che sia necessaria la prova diretta della sua partecipazione alla fase esecutiva della falsificazione. La Corte di Cassazione, in sede di legittimità, non può riesaminare la valutazione della prova effettuata dal giudice di merito, se non nei limiti del vizio di travisamento, che deve essere dedotto con modalità specifiche, non essendo sufficiente il mero richiamo selettivo di singole dichiarazioni testimoniali.