Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25280 del 26 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:25280PEN

Massima

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Il reato di falso ideologico commesso mediante induzione in errore del pubblico ufficiale nell'emissione di un atto amministrativo, quale l'avviso di accertamento, si configura anche quando l'atto non sia destinato a provare la verità di un fatto, ma costituisca soltanto una manifestazione di giudizio della pubblica amministrazione, purché l'induzione in errore abbia determinato l'adozione di un provvedimento pregiudizievole per il soggetto passivo. Ai fini della configurabilità del dolo del reato, è sufficiente la coscienza e volontà di porre in essere la condotta fraudolenta, indipendentemente dalla consapevolezza dell'imputato circa la natura giuridica dell'atto amministrativo oggetto della falsificazione. Inoltre, il decorso del termine di prescrizione del reato non è escluso dalla circostanza che l'atto amministrativo falso sia stato utilizzato come mero allegato a un'altra dichiarazione, anziché costituire il diretto oggetto materiale della condotta delittuosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 13/12/2010 della Corte d'Appello di Roma;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Carlo Zaza;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. DELEHAYE Enrico che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per prescrizione;

udito per l'…

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