Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26058 del 30 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:26058PEN

Massima

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Le dichiarazioni rese in sede testimoniale dalla persona offesa dal reato, una volta superate le verifiche di attendibilità oggettiva e soggettiva, possono costituire prova sufficiente per la condanna dell'imputato, senza necessità di ulteriori riscontri esterni. Il reato di minaccia si configura anche quando le espressioni intimidatorie non siano pronunciate in presenza della persona offesa, purché questa ne sia venuta a conoscenza e l'agente abbia avuto la volontà di produrre l'effetto intimidatorio. La condanna al risarcimento dei danni in favore delle parti civili è normale conseguenza della responsabilità penale per il concorso nella commissione dei reati, accertata dal giudice di merito sulla base di una valutazione degli elementi probatori non sindacabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. LI. N. IL (OMESSO);

2) SC. GI., N. IL (OMESSO);

avverso la SENTENZA del 21/11/2006 TRIBUNALE di TRAPANI - SEZ. DISTACCATA di ALCAMO;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO OLDI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. MONETTI Vito, che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricor…

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